7 giugno 2005

ADDIO RED PRESS!!!

L’idea di mettere in cantiere una piccola redazione, per trasmettere agli studenti e ai docenti della facoltà la linea politica e programmatica della Rete Democratica, è stata partorita in Basilicata, in una notte in cui il sonno proprio non voleva venire. Ed è proprio da qui che scrivo, con un inchiostro più malinconico, l’ultimo contributo destinato a Red Press.
Il giornale, politicamente mancino ma con uno spazio fisso destinato al grande uomo di destra del partito…(legge 28/2000), senza l’entusiasmo di Francesca, Fabiana, Camilla, Marilù, Agnese, Luca, Riccardo e Nando, non avrebbe mai visto la luce.
Nonostante i limiti imposti dalle dinamiche del gioco stesso, Red Press ha ospitato contenuti che hanno sicuramente contribuito ad indirizzare i votanti, nei giorni 30 e 31 maggio, a compiere la scelta giusta.
Qualche polemico avversario non ha mancato di criticare in modo sgarbato contenuti o autori del giornalino, mentre la maggioranza dei lettori, compreso il primo cittadino della facoltà e gli organizzatori del PG, ha trovato interessante l’iniziativa intrapresa. A questi ultimi dico: “grazie per aver contribuito con l’attenzione e con critiche costruttive a rafforzare il nostro ludico progetto giornalistico”.
Ai primi, invece, che al quarto rigo di questo articolo/saluto avranno sicuramente pensato che sarebbe stato meglio se mi fossi addormentato prima quella sera, rispondo con l’aiuto di Catullo: “Quanto fu detto mai di parolai e stronzi, si può dire di voi”…
In questa fase post elettorale, in cui i sentimenti hanno preso il sopravvento e le lacrime sono diventate l’unico strumento per comunicare, non ci resta che guardare avanti con la consapevolezza che questi tre mesi serviranno a darci un vantaggio competitivo non indifferente nel mondo del lavoro...Alla prossima edizione del PG, alla prossima vittoria della Rete Democratica e al prossimo numero di Red Press…Ciao!!!
Gianluca Bruno

29 maggio 2005

La Rete Democratica, il mio partito nel Political Game...

La ReD (acronimo di Rete Democratica) è il partito di centrosinistra del Political Game...
All'indirizzo http://discuniroma1.it/retedemocratica/index potrete trovare il programma elettorale e tutte le iniziative intraprese da un ambizioso gruppo di studenti della facoltà di Scienze della Comunicazione in 3 mesi circa di attività politica simulata... Consultateci!!!
Gianluca Bruno

RECENSIONE DE "Il Giardino dei Finzi-Contini"...

Il giardino dei Finzi-Contini, scritto da Giorgio Bassani nel 1962, narra le vicende vissute da un gruppo di adolescenti ebrei, tra questi lo stesso autore, a cavallo tra la fine degli anni ‘30 e i primi anni ‘ 40.
A catalizzare il romanzo è una gita domenicale, nell’aprile del 57, alla necropoli etrusca di Cerveteri, nei pressi di Roma. Le maestose tombe del luogo riportano l’io narrante in via Montebello, a Ferrara, dove si trova il cimitero ebraico che ospita la monumentale tomba dei Finzi-Contini. L’ aristocratica famiglia ebrea, all’indomani della promulgazione delle leggi razziali, decide di sciogliere il suo proverbiale riserbo e concedere ai coetanei dei figli, Alberto e Micol, il loro leggendario giardino. Questo diviene il luogo sospeso sulla triste realtà, dove la spensieratezza dei suoi abitanti sembra voler cancellare ciò che avviene oltre le mura, ma per il protagonista è anche il posto dove poter passeggiare in compagnia dell’amata Micol Finzi-Contini.
L’ appassionato sentimento non verrà mai corrisposto perché, forse, un amore notturno Micol ce l’aveva già e Malnate ( giovane comunista) doveva saperne qualcosa.
L’abbandono del giardino da parte del giovane autore segnerà il passaggio dall’ingenua adolescenza alla consapevole maturità.
Un tributo ai tempi andati avvolto da un malinconico sapore di guerra: infatti se nell’intero racconto il sottofondo bellico è volutamente celato, l’epilogo mostra chiaramente la terribile deportazione dell’illustre famiglia Finzi-Contini nei lager nazisti; e in tutta la narrazione il tema ricorrente della morte sarà centrale.
Alla domanda della piccola Giannina:"Perché le tombe antiche fanno meno malinconia di quelle più nuove?"...Bassani risponde con l’inchiostro pungente della malinconia e ripercorre i volti e i luoghi di una storia mai passata.
Gianluca Bruno

ABOUT POLITICAL GAME

Il political game nasce dall’iniziativa di alcuni ricercatori della facoltà di scienze della comunicazione dell’università degli studi di Roma “La Sapienza” e si propone di imitare i processi e le figure tipiche della politica reale.
Una vera e propria rappresentazione della realtà politica, in chiave ludica, che si concluderà con un “election day”, previsto per la fine di maggio, dal quale emergerà il nuovo sindaco della capitale.
Tre i partiti contendenti (uno di centro-sinistra, uno di centro-destra e una lista civica), ognuno legato alle proprie radici storiche ma attento ad individuare i bisogni della cittadinanza in continua evoluzione. Ma il partito di centro-sinistra, che nell’immaginario del gioco governa la città capitolina da ben tre tornate elettorali, sembra avere un vantaggio competitivo che lo riconfermerà alla guida della città. La forza di questo partito va rintracciata nel continuo coinvolgimento dei cittadini nei processi di decision making, oltre che in iniziative volte alla salvaguardia dei diritti fondamentali degli individui e alla tutela dell’ambiente.
I partiti, composti da 27 membri, saranno dotati di un budget di 100.000 € virtuali e potranno avvalersi di consulenze e collaborazioni offerte dalle cattedre della facoltà che hanno aderito al progetto. Potranno inoltre confezionare dei messaggi elettorali auto-gestiti da mostrare, di volta in volta, all’elettorato di riferimento composto dagli studenti della facoltà, dal corpo docenti e dal personale tecnico-amministrativo.
La ripartizione dei compiti e delle responsabilità all’interno dei singoli partiti rispecchia fedelmente la realtà. Si passa, infatti, dai ruoli strettamente politici come il candidato o il segretario agli organi di contatto con l’esterno, come l’ufficio stampa, fino al ghost writer o al comitato per l’organizzazione dei comizi elettorali.
Lo spazio entro il quale i partiti dovranno muoversi sarà in parte virtuale, sulla piattaforma http://www.politicalgame.it/, e in parte reale, nelle sedi della facoltà destinate all’iniziativa. Il tutto dovrà svolgersi nei limiti delle norme prese in prestito dalla politica vera e fatte osservare da organi di controllo come l’Authority. Intanto si attende con impazienza il 19 Aprile per la presentazione dei candidati, delle liste e dei programmi concorrenti.
Insomma un autentico gioco fatto di dibattiti accesi e intense emozioni, proprio come avviene nella realtà, che mira ad avvicinare i giovani alle pratiche dell’universo politico e a stimolarne l’interesse. E chissà se un bel giorno un politico fuori dal gioco busserà alla porta di questi ragazzi per prendere in prestito qualche buona idea e darle un tocco di consistenza.
Gianluca Bruno

TRA IPOCRISIA E REALTA', da ReD Press, giornale della Rete Democratica che ho fondato e diretto in collaborazione con l' ufficio stampa!

“Ogni cattiva notizia è una buona notizia” recita uno spregiudicato motto giornalistico. La mission di ogni testata è quella di diffondere notizie. E ogni giornalista spera sempre di poter avere l’onore di tramandarle, a volte anche di crearle, in prima persona. Ma quando si parla di notizie si pensa, come se fosse stato preventivamente pattuito, esclusivamente a quelle vere, create apposta per gli interessati qualche istante dopo l’evento.
Cosa succede se il 16 aprile 2003 il sito della CNN diffonde la notizia della morte di Giovanni Paolo II e traccia una biografia completa accompagnata da immagini e filmati che la rendono reale? Si è trattato, ovviamente, dell’errore/orrore che spesso la rete elargisce. Ma questo non dice nulla circa il contenuto della notizia che, carica di particolari, era già pronta per essere trasmessa.
Questa prassi consolidata è chiamata in gergo giornalistico “coccodrillo”, e consiste nel costante aggiornamento dei dati relativi a personaggi noti che potrebbero venire, per un motivo o un altro, a mancare presto.
Insomma in ogni angolo del pianeta tutto era pronto, mancava solo l’evento.
Tutto si è svolto sul filo della spettacolarizzazione e dell’opacità: agenzie russe parlavano di avvenuto decesso e il vaticano smentiva. Quelle italiane di morte cerebrale e il portavoce vaticano rilevava l’assenza dello strumento in grado di diagnosticare questo stato. Botte e risposte all’insegna della disobbedienza alla massima di Spadolini:”meglio una notizia data in ritardo che una falsa notizia”.
L’agonia del Pontefice, com’era facile immaginare, è stata esaltata dall’inevitabile sadismo mediatico e dallo spudorato protagonismo dei gruppi d’interesse.
La politica interna, nonostante le elezioni regionali (che per via della burocrazia non sono state rimandate), ha seguito con ansia la dipartita del Vescovo di Roma.
La capitale è stata rivestita di manifesti di cordoglio da parte di Margherita e Ds e lo stesso ha fatto Alleanza Nazionale nella città partenopea, magari con la speranza che i votanti avrebbero potuto cambiare idea sulla via che portava ai seggi.
Ma neanche Bush, che in questi anni non ha mai tenuto in considerazione l’invocazione del Papa di rinunciare alla guerra, e suo fratello, che governa lo stato della Florida dove vige la pena di morte, hanno rinunciato a prendere parte alla cerimonia.
In un mondo dove le notizie contano più degli eventi, e i valori universalmente condivisi diventano il campo di battaglia per l’acquisizione del consenso politico, le persone diventano incapaci di ragionare e di elevarsi agli autentici sentimenti.
Gianluca Bruno